Più che 'l doppiar de li scacchi s'inmilla

Spending review… Ambulanze, sanità e salute

Spendere meno, spendere meglio; da molto tempo ormai questo sembra essere il filo conduttore che motiva ogni cambiamento. Così, come ovunque, lo stesso argomento risalta anche quando si parla di Riorganizzazione del sistema sanitario ad Ancona. Se organizzare non è facile, riorganizzare lo è, ovviamente, meno. I fattori da valutare sono sempre troppi per tenerli in conto, ma la storia e l’esperienza dovrebbero essere di grande aiuto. Gli ospedali costano, il trasporto dei malati costa, i malati costano, ma anche i sani… che ogni tanto fanno un controllo o che “addirittura” potrebbero ammalarsi.

Costano perché costano le medicine, ma ancora di più i medici, costano le ambulanze, ma anche il carburante. Ma a monte di tutto ciò c’è un’organizzazione che assicura diversi presidi ospedalieri che offrono servizi di base o particolari specializzazioni, diverse organizzazioni per il trasporto o l’assistenza ai malati e le associazioni che offrono servizi di emergenza rivolti soprattutto a coloro che passano velocemente dall’essere sani all’essere malati.

Noi viviamo in un’isola felice dove, soprattutto per il trasporto dei malati e i servizi di emergenza ci si può rivolgere alle associazioni ANPAS che grazie a numerosi volontari formati permettono di abbassare i costi in maniera drastica. Nonostante ciò queste associazioni oggi soffrono di grossi problemi poiché non arrivano quei rimborsi che loro spettano per coprire i costi dovuti a tutte le spese base, dal carburante ai guanti, mascherine e quanto di norma si usa.

Per risolvere questo problema nell’area Ancona Nord alcuni abili contabili hanno pensato bene non di far meno dell’anomalia, tutta marchigiana, di avere così tante eliambulanze per così poco territorio e abitanti con conseguenti costi elevati; ma di togliere l’auto medica da Falconara e, al suo posto, acquistare due ambulanze delle più equipaggiate affinché possano viaggiare una solo di giorno partendo da Falconara e l’altra solo di notte partendo da Chiaravalle. In queste ambulanze ci sarà un medico e un infermiere.

In breve tempo quindi si dovrebbe affrontare una grossissima spesa per l’acquisto delle nuove ambulanze e dal costo continuo di un infermiere che ora non esiste, se da una parte sarà ripagata da una maggior professionalità, dall’altra vedrà un grosso peggioramento del servizio complessivo in quanto si perderanno: due mezzi di emergenza (su 3). Si deve infatti ricordare che non sempre è necessario un medico anche nei servizi di 118.

In tal modo il servizio di 118 sarà per lo più coperto da personale dipendente e non più dal volontariato, è già questo cozza abbastanza con l’idea che ognuno di noi ha di “spendere meno”.

Sembra finito tutto qui, ma… siamo sicuri che non ci siano effetti collaterali?

Oggi il 118 è coperto grazie a centinaia di volontari che sono raggruppati in associazioni distinguibili solo per il diverso territorio che coprono. Nelle associazioni ANPAS il volontario che entra si ritrova a far parte di un gruppo che, giocoforza, non distingue tra uomo e donna, tra ateo o credente, né tra religione e religione, né, in un certo qual modo, tra giovane e meno giovane.

L’unica vera distinzione è la capacità, la conoscenza di una procedura e l’esperienza. Una volta entrato, quindi, un volontario si trova a far parte di un gruppo che non ti chiede conto delle tue diversità ma ti accetta così come sei, ti critica, ti consiglia, e, soprattutto, ti fa crescere.

Iscriversi a un’associazione di volontariato ANPAS è stato per qualcuno non solo un modo per aiutare gli altri ma che, in primis, un modo per aiutare se stesso allontanandosi dai propri problemi e magari risolvendoli. Alcuni giovani hanno deciso di tuffarsi nel volontariato per fare amicizie, per allontanarsi da una piccola o grande tragedia personale, per cambiare quel percorso di vita che li stava conducendo troppo vicino a strade da evitare. Perché se sei VOLONTARIO, allora sei spacciato, non conta cosa hai fatto ma ora non puoi più sgarrare: e dal primo istante in cui vesti la divisa lo sai. Tutta l’associazione ti aiuterà perché così tu potrai aiutare gli altri.

Ora, ipotizziamo solo un attimo che ciò che i contabili hanno pensato si realizzi.

Alcune ANPAS dovranno chiudere o ridurre fortemente i loro servizi.

Che fine faranno quei volontari che entrando in cerca d’aiuto troveranno le porte della sede sbarrate?

Forse, una tale azione non tocca solo l’erario ma toccherà in primis i cittadini che avranno sempre un numero inferiore di ambulanze che possano soccorrerli e, poi, tutti coloro che grazie alle diverse ANPAS trovano un gruppo su cui contare per rinascere.

Forse, quello che accadrà causerà un danno alla società di cui non si possono delineare nemmeno i lontanamente i contorni.

Noi che faremo?

Per saperne di più: http://www.regione.marche.it/Home/Riformasociosanitariaregionale.aspx

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