Più che 'l doppiar de li scacchi s'inmilla

Sono una donna quindi posso…

All’avvicinarsi dell’otto marzo la popolazione femminile, e non, si divide sull’opportunità di festeggiare o meno tale ricorrenze.

La questione fondamentale, però, sarebbe da spostare altrove.

L’otto marzo è una data scelta per ricordare i diritti negati alle donne. Seppure è un’ottima scusa per passare una serata tra amiche o colleghe sarebbe opportuno farlo ricordando di POTERLO FARE, poiché l’8 marzo è esattamente questo: ribadire al mondo intero che sono una donna quindi posso. Posso fare tante cose e posso anche avere gli stessi diritti, doveri e opportunità di un uomo.

Sono una donna quindi posso uscire da sola per lavoro, per la casa ma anche e soprattutto per me e per divertirmi.

Sono una donna quindi posso guidare una bici, un’automobile ma, perché no, anche un camion, una barca o un aereo.

Sono una donna quindi posso gestire, organizzare, dirigere poco importa se tra le mura domestiche o per lavoro.

Sono una donna quindi posso lavorare e il mio lavoro vale tanto quanto quello dei miei colleghi uomini.

Sono una donna quindi posso pensare, discutere, ragionare con la mia testa e non quella degli altri.

Sono una donna quindi “io sono mia” come disse una bimba di 3 anni alla sua mamma.

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